Questo spazio lo dedichiamo a tutto ciò che “gira” attorno alla parola scritta e che avremmo potuto chiamare anche “caratteri mobili”, a significare le correlazioni della poesia con gli altri campi dell’arte, in questo caso soprattutto “visiva” e “auditiva” (cinema, video, fotografie, pittura, musica, ecc…); pertanto, un’esperienza che cercherà di essere “coinvolgente” in tutti i sensi possibili. Andiamo ad iniziare…
Quando la poesia incontra il cinema: “Luci della città” – Charlie Chaplin (1931):

Arte e poesia: Edvard Munch ed Eugenio Montale, un accostamento audace?

La Bufera
La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell’oro
che s’è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternità d’istante – marmo manna
e distruzione – ch’entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l’amore a me, strana sorella, –
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa…
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti – per entrar nel buio.
(Eugenio Montale)
E’ senza alcun dubbio un accostamento audace quello che mi sono permesso di fare tra la poesia di Eugenio Montale (da: “Bufera e altro” – 1956, inizialmente prima poesia della raccolta “Finisterre”) ed il quadro di Edvard Munch intitolato “Tempesta” del 1893; sono quelle immagini e sensazioni che vengono quasi spontanee quando si legge un brano poetico e leggendo questo ho subito pensato proprio all’artista norvegese, ricordando appunto, in un oscuro cassetto della mente, la straordinaria capacità evocativa del dipinto di cui conservavo soltanto una vaga immagine ed il titolo. Provate anche voi a leggere la poesia guardando il quadro. Non è necessario, naturalmente, che vi provochino le stesse emozioni.
Poesie “spiegate” e recitate: “Ricomposizioni” di Marco Biagetti
“Spiegare” una poesia è sempre molto insidioso e quasi sempre inutile, perchè la poesia deve essere letta e “raccolta” dal lettore come fosse un’immagine in movimento che offre sensazioni diverse a chiunque la legge; recitare la poesia, poi, è forse ancora più complesso: o lo fa lo stesso autore o il compito va affidato ad un attore professionista che abbia tutti gli elementi per comprendere il senso di quello che sta recitando, come fosse un copione di un film; contravvenendo perciò alla prima regola, ma rispettando la seconda, vi offro questo video creato proprio per comprendere appieno il senso della poesia, con l’ausilio, appunto, di un’attrice professionista, che solo casualmente è mia figlia. Buon ascolto e buona visione.
Un autore presenta il proprio libro: “Beatritz” (Mauro De Maria)
La rubrica “Facciamo Storie” di Repubblica tv (sede di Bologna) si occupa della divulgazione di opere letterarie utilizzando un duplice meritorio requisito: la presentazione del libro fatta direttamente dall’autore e il limite del tempo a disposizione, confinato a pochissimi minuti. Ne esita una breve raffigurazione testuale che permette a chi scrive d’impostare linee guida e al lettore di fruirne come potenziale viatico d’approfondimento.
Nel 2017 è uscito il mio secondo libro di versi “Beatritz” per i tipi di Book Editore; eccone il video presentato in rete come rinnovato Stilnovo e con un breve passo della postfazione curata da G. Marchetti: “la poesia diventa l’unica possibile verità: il canto e l’incanto perfetti.”